Un neonato deve essere portato dall’oculista? Quando va fatta fare la prima visita oculistica ad un bambino? Ci sono sintomi che i genitori devono tenere sotto controllo per capire se loro figlio vede bene? Come funziona una visita oculistica pediatrica? Domande normali che si pongono tutte le mamme e tutti i papà alle prese con bambini piccoli. Ecco le risposte.

I primi mesi e anni di vita di un bambino sono molto importanti per lo sviluppo della sua salute psico fisica, come sanno bene tutti i genitori. Proprio per questo motivo, i neopapà e le neomamme sono spesso assaliti da dubbi e quesiti su controlli e visite specialistiche da far fare ai loro figli. La visita oculistica pediatrica fa parte di questi dilemmi. È assolutamente normale, infatti, porsi la fatidica domanda: mio figlio vede bene? Anche perché i bambini molto piccoli non sono in grado di verbalizzare eventuali problemi e disturbi, quindi i genitori sono portati a caricarsi di preoccupazioni ulteriori. In questo breve approfondimento vengono affrontate le quattro domande principali legate alla salute degli occhi e della vista dei bambini:

  • un neonato deve essere portato in visita dall’oculista?
  • quando far fare la prima visita dall’oculista al proprio bambino?
  • come funziona una visita oculistica pediatrica?
  • quali sono i sintomi che denotano che il piccolo non vede bene?

La visita oculistica per neonati

Per rispondere al primo dubbio, cioè se è necessario, nei primi mesi di vita, sottoporre un neonato ad una visita oculistica, bisogna partire da una considerazione: molti degli esami di routine degli occhi e della vista richiedono la collaborazione del paziente, perché realizzano misurazioni di tipo soggettivo. Pensiamo, ad esem18pio, alla lettura del quadro con lettere e numeri appeso alla parete: come fa un neonato a dare risposte utili all’oculista? Ovviamente non può. Anche molti altri esami oculistici richiedono una partecipazione attiva che un bambino appena nato non può dare. È anche vero, però, che ormai la medicina oculistica ha fatto molti passi in avanti e dispone di utili misurazioni oggettive, che possono essere realizzate anche su neonati di pochi mesi di vita. Anche perché, in molti casi, la prevenzione svolge un ruolo decisivo. Non a caso, i primi test oculistici vengono effettuati poche ore dopo il parto ed è bene ripetere una visita oculistica neonatale anche tra i 6 e i 9 mesi di vita. Uno degli esami più importanti è quello del riflesso rosso, che permette di riconoscere difetti visivi come distacco della retina, cataratta congenita, retinoblastoma e glaucoma.

Prima visita oculistica del bambino: quando farla?

Al di là di questi screening precoci, l’età giusta per la prima visita oculistica di un bambino è intorno ai 3 anni di vita. A questa età, infatti, il piccolo è collaborativo, anche se non legge. In questo modo, se si evidenziano già problemi di miopia o di occhio pigro, è possibile applicare metodi di riabilitazione visiva, efficaci fino ai nove anni.

È bene precisare, però, che, se i genitori notano sintomi specifici che fanno pensare ad una cattiva visione o c’è una familiarità con malattie particolari degli occhi, la visita oculistica può essere effettuata anche prima dei tre anni. In questo caso, l’oculista procederà a una misurazione oggettiva del visus.

Quando fare, invece, la prima visita dall’otorino?

Visita oculistica pediatrica: come funziona?

La visita oculistica pediatrica viene svolta da un medico oculista, eventualmente con il supporto di altri specialisti. Solitamente, la prima visita inizia con l’esame della refrazione per poi proseguire con l’esame della vista, quello del segmento anteriore dell’occhio e infine quello del fondo oculare (previa applicazione di gocce specifiche). In tutto, si tratta di una visita della durata di circa 30 minuti, che non comporta particolari fastidi per il bambino.

Quando c’è bisogno di un controllo della vista del bambino? I sintomi da tenere d’occhio

Ma quali sono i sintomi che un genitore dovrebbe tenere sono controllo per capire se il bambino vede bene? Il problema, infatti, è che i bambini non riescono a “dire” ciò che non li fa stare bene ma semplicemente si comportano di conseguenza, cercando di compensare ciò che non va. Un bambino che ha problemi di vista, quindi, tenderà ad assumere atteggiamenti che manifestano esternamente il suo disagio, tra i cui i più frequenti sono:

  • avvicinarsi al televisore (o al pc) più del normale per guardarlo;
  • strofinarsi spesso gli occhi;
  • battere frequentemente le palpebre;
  • reclinare la testa lateralmente quando osserva un oggetto;
  • lamentare periodicamente mal di testa;
  • manifestare fastidio alla luce.

Inoltre, possono essere sintomi di difetti della vista, quando si presentano di frequente, anche gli occhi arrossati o con lacrimazione abbondante o le difficoltà a riconoscere i colori (dopo i 5 anni).

Le patologie della vista e degli occhi più frequenti in un bambino sono miopia, ipermetropia (destinata a scomparire di solito vero i 6 anni) e occhio pigro. Alcuni, però, possono soffrire anche di astigmatismo e strabismo.

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Articolo revisionato dalla Dott.ssa Valeria Ciapparoni, specialista in oculistica presso il Polo Sanitario San Feliciano di Roma