Menu Articolo
L’acufene è un disturbo dell’orecchio molto fastidioso. Si manifesta in diversi modi (fischio, ronzio, fruscio, pulsazioni) e può compromettere seriamente la qualità della vita, fino ad associarsi con stati depressivi. La diagnosi spetta allo specialista in otorinolaringoiatria, secondo specifiche linee guida. Il trattamento dell’acufene può attuarsi attraverso diverse vie: dalla protesi acustica alla terapia sonora, fino a quella cognitivo-comportamentale e a quella medica.
Cos’è l’acufene: definizione e cause
L’acufene è la percezione di un suono in assenza di un’origine esterna. Si verifica spesso associato a ipoacusia neurosensoriale e può variare da squillìo a ronzio, da fruscio a pulsazioni o altri rumori descritti dai pazienti.
Negli Stati Uniti più di 50 milioni di persone soffrono di questo disturbo, con una prevalenza stimata dal 10% al 15% negli adulti. Tale prevalenza aumenta con l’età, raggiungendo il 31,4%, tra i 60 e 69 anni. Inoltre, lincidenza è superiore nei maschi, bianchi, non ispanici, con un indice di massa corporea (BMI) ≥ 30 kg/m2, con diagnosi di ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemia, disturbo d’ansia. L’associazione fra uso di tabacco e acufene non è ben definita in letteratura. Gli individui con una storia di forte esposizione al rumore da uso di arma da fuoco o sul lavoro o nel tempo libero sono più esposti al rischio di sviluppare questa patologia.
Differenti tipologie
L’acufene può essere:
- monolaterale o bilaterale;
- oggettivo o soggettivo.
L’oggettivo, definito anche extrauditivo, è raro e può essere percepito anche dall’esaminatore. Il soggettivo, definito anche intrauditivo, è più frequente ed è percepito solo dal paziente.
Un’ulteriore distinzione è quella tra:
- primario: è idiopatico e può essere associato ad ipoacusia neurosensoriale;
- secondario: dipende da una causa specifica sottostante, diversa dall’ipoacusia neurosensoriale, o da una patologia organica identificabile
Nello specifico, l’acufene secondario è il sintomo di una ampia gamma di disturbi (uditivi e non), come la semplice presenza di cerume del condotto uditivo esterno, le malattie dell’orecchio medio (otosclerosi o disfunzione della tuba di Eustachio), le patologie cocleari (malattia di Ménière) e la patologia del nervo acustico. I disturbi non uditivi che possono causare acufene includono le anomalie vascolari, il mioclono e l’ipertensione endocranica. La gestione dell’acufene secondario è volta a identificare e trattare le condizioni specifiche sottostanti.
(l’articolo prosegue dopo l’immagine)
Le conseguenze dell’acufene sulla qualità della vita
L’acufene quando è persistente (con durata superiore a 6 mesi) può ledere la qualità della vita del paziente, provocando mancanza di concentrazione, disturbi del sonno e stati depressivi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede quattro sottocategorie delle funzioni compromesse da questo disturbo:
- pensieri ed emozioni;
- udito;
- sonno;
- concentrazione.
Quando queste funzioni primarie sono compromesse dal fastidio uditivo, numerose attività secondarie possono essere influenzate e questo può alterare sostanzialmente la qualità di vita.
Le patologie psichiatriche sono comuni nei pazienti affetti da acufene. L’associazione con la depressione maggiore è stata segnalata nel 48%-60% dei casi. La severità della depressione e dell’ansia è collegata con la severità del disturbo uditivo. La relazione precisa, però, non è ben chiara: l’acufene può predisporre gli individui alla depressione o può essere una co-morbilità indipendente in pazienti depressi.
Come si cura l’acufene
Nel 2014 l’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery ha messo a punto le linee guida per l’acufene che si basano su un’ampia revisione della letteratura in materia e sono destinate a produrre i migliori risultati per la salute dei pazienti, ridurre al minimo i danni e ridurre inadeguate variazioni nelle cure cliniche.
La diagnosi dell’otorino
La valutazione iniziale di un paziente con acufene prevede un’accurata anamnesi ed esame obiettivo (visita ORL) per identificare le condizioni che, se prontamente individuate e gestite, possono migliorare il disturbo. Contestualmente alla visita è necessario eseguire un esame audiometrico ed impedenzometrico, in particolare se il disturbo è monolaterale, se associato ad ipoacusia e ovattamento auricolare.
L’obiettivo di queste indicazioni è di enfatizzare la valutazione audiologica in quanto opzione appropriata in qualsiasi momento per ogni paziente con acufene, anche di recente insorgenza, monolaterale, bilaterale o non accompagnata da sensazione di perdita uditiva.
L’indicazione a prescrivere indagini di imaging (TC, angio-TC, RMN, angio-RMN) è prevista solo in caso di acufene monolaterale, pulsante, anomalie focali neurologiche, perdita dell’udito asimmetrica.
Quando l’acufene è fastidioso si deve indagare l’impatto che ha sulla qualità di vita, attraverso domande o questionari validati (THI). In questo caso il medico dovrebbe istruire il paziente circa le strategie di gestione del sintomo.
La terapia
La terapia dell’acufene prevede differenti applicazioni.
La protesi acustica è indicata nei pazienti con perdita uditiva ed acufene persistente, in quanto l’amplificazione dell’udito può migliorare la qualità di vita rendendo meno evidente l’acufene.
La terapia sonora. Induce un senso di sollievo dallo stress dell’acufene, riduce il contrasto tra l’ambiente e la percezione dell’acufene, distrae l’attenzione dall’acufene, fa abituare il paziente all’acufene utilizzando diversi dispositivi acustici (TRT Tinnitus Retraining Therapy).
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), prescrive tecniche con cui identificare i pensieri negativi stressanti e strutturarli in pensieri più accurati o utili.
La terapia medica si rivela utile solo nel caso di acufene acuto, trattabile con terapia corticosteroidea o con prodotti che favoriscono la circolazione sanguigna.
Articolo revisionato dal Dottor Fulvio Paduano – Specialista in Otorinolaringoiatria presso la sede di Villa Aurora del Polo Sanitario
Visita per acufene a Roma – Prenota presso il Polo Sanitario San Feliciano